domenica 19 ottobre 2008

Lezione 2b: Test di conversazione e Numeri



Sensei B. entra in classe e fa l'appello. Una compagna di corso manca. "Arimasen!", azzardo. Sbagliato. "Assente", "non c'è", si dice "imasen".
Sensei B. dà una fugace sbirciata al mio nome, scritto in katakana sul cartellino che ho appeso al collo.
"Simpson, eh? Me ne ricorderò!", mi vien da pensare.


Pare sia fondamentale sapere i nomi dei Paesi. I nomi dei Paesi sono scritti in caratteri katakana, e siccome questo tipo di alfabeto ufficialmente ancora non l'abbiamo studiato, non starò qui a trascrivere parole come Burajiru (Brasile) o Doitsu (Germania).

Aggiungeremo al nome del Paese il suffisso "go" per indicarne la lingua, il suffisso "jin" per indicarne la cittadinanza.

nihongo giapponese (lingua)
nihonjin giapponese (cittadino)


Giornata di interrogazione. Ogni giorno scolastico è buono per un test individuale sulla lezione precedente. L'ansia da prestazione passerà, prima o poi. Del resto questo corso ha, per me, la doppia funzione di inculcarmi la Lingua del Giappone (anche a bastonate sulle nocche, se necessario, cfr. post: INTERVALLO) e (ed è la naturale conseguenza) temprare lo spirito.
E conversazione fu. Pochi feriti, un paio di svenimenti. Roba da poco. Ne esco con una spalla slogata e un paio di eritemi.


NUMERI!

1 ichi
2 ni
3 san
4 yon, shi
5 go
6 roku
7 nana
8 hachi
9 kyu, ku
10 ju

11 ju ichi, 12 ju ni, 13 ju san, etc..
20 ni-ju, 21 ni-ju ichi, 22 ni-ju ni, etc..
30 san-ju, 31 san-ju ichi, etc..
40 yon-ju, etc..


Atsukochan wa nansai desu ka?
Atsukochan wa kyusai desu.
Quanti anni ha Atsuko?
Atsuko ha 9 anni.

R. Arbore) -Sumimasen. Shizure desu ga nansai/oikutsu desu ka?
G. Bracardi) -Watashi wa gojunisai desu.
R. Arbore) -Ah, so desu ka?/Ii desu ne!
-Mi scusi ma quanti anni ha?
-Ho 52 anni.
-Ah, è così?/Bene!


Eccezioni:

Ichisai non si dice. Issai, sì.
Shisai non si dice. Yossai, sì.
Hachisai non si dice. Hassai, sì.

Shizure shimasu!

sabato 18 ottobre 2008

Lezione 2a: la questione delle ten ten e un po' di vocabolario



La questione delle ten ten, già accennata nella Lezione 1a, è relativamente semplice.
Mettendo due virgolette `` (ten ten) oblique accanto agli hiragana che corrispondono al suono di:

- ka ki ku ke ko
- sa si su se so
- ta ti tu te to
- ha hi hu he ho

avremo gli hiragana dei suoni:

- ga gi gu ge go
- za ji zu ze zo
- da ji zu de do
- ba bi bu be bo (pa pi pu pe po se al posto dei ten ten ( `` ) disegnamo un piccolo maru ( ° )


Ecco fatto, è una cazzata. A parole. Il problema è ricordarsi di metterli, i segnetti, quando a dettato bisogna scrivere uno di questi hiragana virgolettati sull'apposita Lavagnetta del Giappone. Pena, un'occhiataccia imbarazzata da parte della Sensei C., proprio come se tu, sopra la uaitobodo, ci avessi scritto "ha provato con Tena Lady?", allungando il braccio per mostrargliela per bene.

La Sensei C(arisma) sembra una donna molto timida, o perlomeno molto riservata. Sorriso giocondino stampato su labbra non troppo sottili, sguardo malinconico. Due fossette spuntano fuori sulle guance quando la classe risponde bene alle sollecitazioni. Ma a me non mi frega. E' chiaro come il sole che ha lasciato le speranze in Giappone.


Vocabolario del giorno:

watashi io
watashitachi noi
anata lei
anohito quella persona, lui, lei
anokata lui, lei (forma più cortese)
minasan signore e signori

~san
Sig., Sig.ra, Sig.na (titolo di rispetto
sia ai nomi che ai cognomi)
~chan suffisso aggiunto ai nomi dei bambini,
femmine e anche maschi
~kun suffisso aggiunto ai nomi dei bambini
maschi
~jin "cittadino di" (es.: Itariajin)

sensei
insegnante, istruttore
kiyoushi insegnante, istruttore (riferito a sè)
gakusei studente
kaishiyain impiegato di una ditta
shiyain impiegato della ditta X
(es.: IBM no shiyain)
kinkouin impiegato di banca, bancario
daigaku università
biyouin ospedale

dare
chi
donata chi (forma più cortese)
~sai anni (indicatore d'età)
nansai quanti anni (solo verso i maschi)
oikutsu quanti anni (forma più cortese)

hai

iie no

shitsurei desu ga
mi scusi ma
o namae wa? qual è il suo nome?
hajime mashite piacere (ci incontriamo per la prima volta)
douzo yoroshiku piacere di conoscerla (sia gentile con me)
~kara kimashita vengo da ~
kochira wa ~san desu questo è il Sig./Sig.ra


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Lezione 2b: Test di conversazione e Numeri

INTERVALLO



C'è un intervallo, un'ora prima della fine delle lezioni, della durata di dieci minuti. Dieci minuti Giapponesi. L'orologio atomico è precisissimo, Sensei B., anche lei, è atomica. I 30 secondi di ritardo con i quali rientro in classe fanno di me un cattivo esempio per tutti i miei compagni. Un esempio da non seguire, se non si vuole essere messi alla berlina. La Sensei Radioattiva mi guarda diritto negli occhi, con i suoi occhi Giapponesi. Non vi è clemenza, non vi è perdono nei buchi neri della sua anima. Gli occhi Giapponesi della Sensei, occhi che mi squadrano da uno scalino più alto rispetto a quello dove mi trovo io, nel SSGG (Sistema Sociale Gerarchico Giapponese), non conoscono ombra di pietà.
La Sensei ripete una parola: "Sumimasen". Poi un'altra: "Gomennasai". Mentre la classe ride, indica con il dito Giapponese l'orologio appeso al muro: adesso le lancette segnano 1 minuto di ritardo. Vuole che io chieda scusa.
"Gomennasai.", sussurro finalmente. Ma la mia postura è scorretta. Se potesse, Sensei B. mi farebbe avvolgere in un bustino di fanoni di megattera, si limita invece a farmi notare che la mia schiena non è perpendicolare a terra, che ho le mani sui fianchi. Mastico una gomma. Un altro terribile errore. La classe ride.
Ho dimenticato di studiare la mia parte, quella dello Studente Giapponese.
Vado a sedermi, in penultima fila.
Un compagno di corso bussa ed entra in aula, si avvia verso la sua sedia. E' grande, avrà poco meno della mia età. 25, 26 anni. Sensei B. lo solleva per il cappuccio della felpa e lo sottopone al mio stesso trattamento.
Ridiamo, mentre lo umilia.

giovedì 16 ottobre 2008

Lezione 1b: Grammatica e Recitazione



Sensei B. si potrebbe quasi dire che è la naturale nemesi di sensei A.
Non ha le forme aggraziate della prima sensei, nè la stessa timidezza nello sguardo. Anzi, è piuttosto aggressiva nel suo modo di insegnare. Pur rimanendo affabile, cortese, ironica, rassicurante. Possiede una grande energia, che spreca con un linguaggio del corpo da professoressa di liceo dei cartoni animati giapponesi. Perchè nei cartoni animati giapponesi, quando c'è una scuola, ci sono anche queste due tipologie di insegnanti femmine.
Ma i giapponesi sono attori nati.
Probabilmente sensei A., di notte, è un'autoritaria mistress vestita in lattex e sensei B. la sua schiava tavolino/porta vivande.
O almeno mi piace pensarlo.
Del resto io interpreto il ruolo dello Studente del Giappone.


Dopo un breve appello (se presenti si risponde col marziale "Hai!") si comincia subito con la lezione del giorno. Stavolta, apprenderemo alcune fondamentali frasi di presentazione della persona, utilizzando un quarto tipo di alfabeto derivante direttamente da quello latino: il Romaji.

Watashi wa Moroboshi Ataru desu.
traduzione:
Io sono Moroboshi Ataru.

Watashi = Io
Moroboshi Ataru = Cognome, Nome
Desu = verbo "essere" (la "u" finale viene contratta)

Watashi wa Kenshiro desu.
Juliasan desu.
ovvero:
Io sono Kenshiro.

Lei è Julia.

Watashi wa italiajin desu.
Peppinosan mo itariajin desu.
Io sono italiano.

Anche Peppino è italiano.

Si aggiunge il suffisso jin alla parola che indica la nazione e magicamente avremo la nazionalità.

Watashi wa gakusei desu.
Norimaki Senbei wa gakusei ja(informale)/dewa(formale) arimasen.
Io sono uno studente.
Norimaki Senbei non è uno studente.


La forma interrogativa si ottiene semplicemente aggiungendo la particella ka al termine del periodo.

Sasukesan wa doitsujin desu ka.
Iie. Nihonjin desu.
Sasuke è tedesco?
No. E' giapponese.


In Giappone è sempre il momento giusto per ringraziare o per chiedere scusa:

Arigato.
Arigato gozaimasu.
Grazie. (informale)
Grazie. (formale)

Sumimasen.
Gomennasai.
Mi scusi. (quando si chiede qualcosa/chiedere perdono*, informale)
Mi scusi. (chiedere perdono, informale)

Dozo.
Domo.
Prego. (quando si offre qualcosa a qualcuno)
Grazie.

*Se proprio si vuol usare la parola sumimasen per chiedere perdono a qualcuno, sensei B. ci mostra come farlo al meglio, mimando il gesto di strapparsi i capelli, scuotendo la testa con fare disperato sbattendo i piedini sul pavimento e miagolando un luuuuuungo "Sumimasèeeeeeeeeen!!".

a)-Sumimasen, shitsurei desu ga o namae wa.
b)-Watashi wa Ippotommaso desu.
a)-Ah, so desu ka. Domo arigato gozaimasu.
b)-Iie, iie.
-Mi scusi, come si chiama?
-Io sono Ippotommaso.
-Ah, davvero? Grazie mille.
-Di nulla.


Presentarsi:

Hajime mashite.
Watashi wa Satomi desu.
Tokyokara kimashita.
Douzo yoroshiku.
Piacere.
Io sono Satomi.
Vengo da Tokyo.
Piacere di conoscervi.


Il momento dei saluti:

Al mattino - Ohayo gozaimasu
Il giorno - Konnichiwa
La sera - Konbanwa
La notte - Oyasuminasai

Saionara.
Shitsurei shimasu.
Arrivederci! (informale)
Arrivederci! (formale)


L'orologio segna precisamente l'ora del termine della lezione. Sensei B. ci chiede indietro il cartellino col nostro nome (scritto in giapponese), consegnatoci all'inizio della giornata. Glielo porgo nelle mani con un mezzo inchino. "Domo!", mi fa, sorridente.
Ma io non le rispondo.

Alla prossima.

mercoledì 15 ottobre 2008

Lezione 1a: Nihon no alfabeto



Sensei A. è (bassa) esile, carina. La professoressa del liceo dei cartoni animati giapponesi. Si inchina molto. Ride moltissimo. Batte le mani. Ci insegna l'alfabeto. L'alfabeto si legge da DESTRA VERSO SINISTRA e dall'ALTO VERSO IL BASSO.



Questi segnetti sono Hiragana. La lingua scritta giapponese è formata dagli Hiragana, dai Katakana e dai Kanji. I Kanji derivano dagli ideogrammi cinesi. Gli Hiragana e i Katakana sono forme mutilate (e spesso modificate, quasi stravolte a quanto vedo) di Kanji.

Sensei A. ci mostra come aggiungendo due virgolette " oblique accanto agli ideogrammi hiragana di ka, ki, ku, ke, ko, si ottengono i suoni ga, gi, gu, ge, go. La "g" è dura, come quella di "gatto".

Poi.
"Ch" come la "c" di "ciliegio".
L'"H" è aspirata, si deve pronunciare. Come quando ci si scalda le mani d'inverno.
"Hu" si può leggere anche "Fu". Oppure, come fa la sensei, si può riuscire a tirar fuori una parola che fonde il suono di "H" e "F" in un unico, nuovo, magico suono.
La "R" come la "L". Oppure, come fa la sensei... basta arrotolare la lingua durante la pronuncia.
"Wo" si pronuncia "O".
"N" si pronuncia tenendo le labbra serrate e facendo vibrare le corde vocali. Mh!

ATTENZIONE! MESSAGGIO SUBLIMINALE!

Leggendo la prima riga del Nihon no alfabeto tireremo fuori il simpatico motivetto che segue:

A Ka
Sa Ta Nà / Ha Ma Ya La Wà O N

Soluzione per i più piccoli: il giapponese è la lingua degli adoratori del demonio e degli sboccati dall'apprezzamento facile.
Tuttavia, le due parole nascoste ci aiuteranno (non poco) a ricordare il mantra alfabetico hiragana.

Alla prossima con la lezione 1b: "Grammatica e Recitazione".